Il terzo spazio
La traduzione nelle parole di chi scrive
Summary
Excerpt
Table Of Contents
- Cubierta
- Título
- Copyright
- Sobre el autor
- Sobre el libro
- Esta edición en formato eBook puede ser citada
- Indice
- L’esperienza di autotraduzione nell’opera letteraria di Girolamo De Rada
- Bibliografia
- Sulle metafore di Salvatore Quasimodo
- 1. La “realtà” della poesia
- 2. La metafora
- 3. Sulla traduzione di alcune metafore quasimodiane
- 3.1. Il verbo
- 3.2. L’aggettivo
- 3.3. Gruppo binominale con preposizione di
- 4. Conclusioni
- Bibliografia
- Appendice
- Translation, Contamination, Rebirth: Jhumpa Lahiri’s ‘other words’
- 1. Introduction: The Need for a Different Language
- 2. Transnational Writers, Translational Cultures
- 3. Jhumpa Lahiri’s Self-translation into Italian
- 4. Jhumpa Lahiri’s Translators, Jugglers Between Cultures
- 5. A Step Further: Il vestito dei libri/The Clothing of Books
- 6. Where Am I? Jhumpa Lahiri’s Dove mi trovo
- 7. Concluding Remarks
- Bibliography
- La funzione dell’intraducibilità. Alcune note sul problema della traduzione come entità terza e una proposta
- Bibliografia
- Decostruzione e ricostruzione di uno spazio sonoro.
- Bibliografia
- Anglicisms, Joual and Italiese in Canadian Theatre
- 1. Different Types of Anglicisms
- 2. Joual in Literature
- 3. Italiese
- Bibliography
- De la quête linguistique à la quête symbolique. Traduire Ulysse de Benjamin Fondane en italien
- 1. Pour une approche de la traduction
- 2. Une parole ulyssienne
- 3. Traduire les métaphores
- 4. Un texte souterrain
- 5. Les correspondances sonores
- Bibliographie
- Per “consonanza” o “stimolante opposizione”: l’approccio alla traduzione in Margherita Guidacci
- Bibliografia
- Viele Tiere – eine Sprache? Mehrsprachigkeit zwischen Laut und Schrift am Beispiel von Tierlauten.
- 1. Einleitung1
- 2. Onomatopoetika – eine Begriffsbestimmung
- 3. Onomatopoetika – zur Funktion von Tierlauten im Kinderbuch Gaggalagu
- 4. Zur Übersetzung von Onomatopoetika ins Italienische
- 5. Fazit
- Literaturverzeichnis
- Profili biografici degli autori
Fiorella De Rosa
Università della Calabria
L’esperienza di autotraduzione nell’opera letteraria di Girolamo De Rada
Abstract Girolamo De Rada (1814–1903) is a central figure in the Arbëreshe literature, a promoter and a pathfinder of the Rilindja movement. He produced a large literary work. The importance of knowing his particular and deep work refers to the need of recovering in critical edition, with transliteration into the modern Albanian alphabet, the texts of his works. These texts are translated by the author himself and this means to pay a particular attention to the Italian version, for highlighting the problems of Italian translation, known as self-translation, or as a process of recreation and rewriting.
Key-words: Literary Work, Self-Translation, Italian Translation, Arbëresh Language, Rewriting
1. Girolamo De Rada, figura di primo piano della letteratura arbëreshe, fu promotore e guida del movimento della Rilindja (1814–1903). Autore poliedrico e complesso, con la sua opera cercò di conciliare e superare gli steccati culturali e ideologici del suo tempo, secondo un’idea che univa la letteratura, la moralità e lo sviluppo civile. Nato nel 1814, Girolamo De Rada partecipò con passione al dibattito politico culturale dell’Italia risorgimentale, con le sue azioni e i suoi scritti, subendo il carcere e l’esilio. Ma le sue opere divennero soprattutto un’importante testimonianza nell’azione politica e letteraria albanese, essendosi posto come guida ideologica dei nuovi processi politici e civili che avrebbero portato alla costituzione di un’Albania, intesa come nazione culturalmente distinta.
2. Nato nella comunità di Macchia Albanese1, Girolamo De Rada si formò presso il Collegio italo-albanese di Sant’Adriano in San Demetrio Corone. I primi anni di studi furono per lui molto difficili, a causa della scarsa conoscenza della lingua italiana: egli, infatti, come molti italo-albanesi, parlava solo l’arbëresh, in quanto l’italiano veniva appreso come lingua seconda solo in ambito scolastico. L’amore per la lettura, tuttavia, lo spinse a migliorare la conoscenza dell’italiano e a esplorare territori letterari sconosciuti e affascinanti2.
Nel 1832 compone in terza rima l’Odisse, un poemetto in quattro canti, scritto in lingua italiana3, che «risulta un originale tentativo di fusione tra l’epica classica (Odissea-Eneide) e l’epos del popolo albanese4, il cui eroe Odisse è l’Enea che raggiunge una nuova terra e riesce a garantire un futuro al suo popolo»5. L’intenzione del poeta era quella di cantare l’epos del popolo albanese che dopo aver difeso strenuamente la sua patria dall’invasione straniera è costretto a emigrare in Italia per custodire la propria fede, la propria lingua e la propria identità6.
Terminati gli studi superiori, De Rada iniziò ad occuparsi della poesia popolare arbëreshe, il cui spirito vitale e la naturale bellezza del verso, gli consentiva in modo più naturale, di esprimere, senza remore, sentimenti e idee. «Risciacquando la sua cultura libresca, nel misterioso humus etnico della sua gente»7, Girolamo andando di casa in casa, sedendosi dinanzi gli usci in compagnia delle vecchie che filavano, iniziò a raccogliere i loro canti, seguendo le ragazze nei lavori campestri e intrattenendosi coi pastori che meriggiavano le greggi8. «Egli decise di assumere – scrive Berisha – come modello quel mondo poetico e quello stile, ricostruendoli e arricchendoli con gli elementi che avrebbero caratterizzato il suo stile particolare e personale».9 Adottò la lingua arbëreshe per le sue opere, diventando il cantore dell’animo della sua gente. Scrive Solano
[…] il De Rada è il creatore della lingua letteraria arbëreshe. Non già che egli abbia creato o inventato un linguaggio, ma senza dubbio ha posto su solide basi il patrimonio linguistico del suo paese, patrimonio che è il vincolo più insigne della nazionalità di un popolo ed è il primo elemento costitutivo di una nazione10.
Per la prima volta, la lingua albanese veniva utilizzata per dare forma all’opera di un poeta. Prosegue Solano
[…] La composizione, la derivazione, la formazione di nuovi vocaboli, i trasferimenti di significato, con tutto lo sterminato linguaggio figurato, è opera sua, del suo paziente, duro diuturno lavoro, ma sapiente, cosciente, geniale, regolato da norme fisse, che sono poi le norme di tutte le lingue indoeuropee11.
Tuttavia, quando De Rada «ebbe abbandonata la poesia oscillante tra il biografismo e l’idillio, per affrontare i grandi temi della sua ispirazione, si trovò a cozzare con una lingua che difficilmente si piegava alle sue interiori esigenze»12. L’esigenza di avere una lingua quale strumento letterario efficace che potesse esprimere «fin nelle più intime sfumature l’ispirazione del poeta»13, si impose.
Il processo di formazione e di arricchimento del gusto, la ricerca di uno stile personale, De Rada li perseguì in diversi modi, anche imparando a memoria parti delle opere maggiori della letteratura mondiale: «Sempre io ‒ annota nell’Autobiologia ‒ andando soprammodo e senza maestro dietro la formazione dello stile, imitando i più lodati confusamente, e domandando a retori d’ogni paese l’essenza del bello»14.
Alcune esperienze riprese dalle altre letterature, De Rada le utilizzerà per scopi concreti, come nella Serafina:
Details
- Pages
- 164
- Publication Year
- 2020
- ISBN (PDF)
- 9783034341592
- ISBN (ePUB)
- 9783034341608
- ISBN (MOBI)
- 9783034341615
- ISBN (Softcover)
- 9783034339421
- DOI
- 10.3726/b17819
- Language
- Italian
- Publication date
- 2020 (October)
- Published
- Bern, Berlin, Bruxelles, New York, Oxford, Warszawa, Wien, 2021, 164 p.
- Product Safety
- Peter Lang Group AG