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Innesti

Primo Levi e i libri altrui

by Gianluca Cinelli (Volume editor) Robert S.C. Gordon (Volume editor)
©2020 Edited Collection XXXII, 422 Pages
Series: Italian Modernities, Volume 36

Summary

L’opera di Primo Levi presenta un caso straordinariamente ricco e articolato di intertestualità. Lettore curioso, onnivoro, asistematico, Levi esplorò molteplici campi del sapere – letterari, scientifici, storici, ecc. – navigando tra libri e riviste specializzate e di divulgazione, per motivi di ricerca o di puro divertimento, spesso accostandosi alle culture straniere in lingua originale, mosso da una curiosità eclettica e dal desiderio intenso di conoscere e di comprendere. Già scandagliata in parte da Levi stesso nella sua antologia La ricerca delle radici (1981), la biblioteca di Levi rimane comunque tutta da scoprire. Questo volume intende tracciare i lineamenti di una mappa critica degli innesti, intertesti e trapianti che collegano l’opera leviana ai libri altrui, mettendola a confronto con ventuno autori, in una galleria «poliglotta e polivalente» che include classici come Dante, Shakespeare, Leopardi, Baudelaire e Carroll, autori di letteratura moderna come Kafka, Mann e Calvino, e scienziati come Galileo, Darwin, Heisenberg e Lorenz.

Table Of Contents

  • Copertina
  • Titolo
  • Copyright
  • Sull’autore
  • Sul libro
  • Questa edizione in formato eBook può essere citata
  • Indice del volume
  • Prefazione (Domenico Scarpa)
  • Introduzione (Gianluca Cinelli e Robert S. C. Gordon)
  • Parte I Gli strumenti umani
  • Primo Levi e William Henry Bragg (Antonio Di Meo)
  • Primo Levi e Galileo Galilei (Mario Porro)
  • Primo Levi e Werner Heisenberg (Patrizia Piredda)
  • Primo Levi e Giuseppe Gioachino Belli (Alberto Cavaglion)
  • Primo Levi e Stanislaw Lem (Enzo Ferrara)
  • Primo Levi e Lewis Carroll (Stefano Bartezzaghi)
  • Parte II La condizione umana
  • Primo Levi e Dante (Vittorio Montemaggi)
  • Primo Levi e William Shakespeare (Valentina Geri)
  • Primo Levi e Pierre Bayle (Simone Ghelli)
  • Primo Levi e Giacomo Leopardi (Martina Piperno)
  • Primo Levi e Konrad Lorenz (Damiano Benvegnù)
  • Primo Levi e Charles Darwin (PIERPAOLO Antonello)
  • Parte III Comprendere e narrare il Lager
  • Primo Levi e Elio Vittorini (Charles L. Leavitt IV)
  • Primo Levi e Vercors (Uri S. Cohen)
  • Primo Levi e Charles Baudelaire (Sibilla Destefani)
  • Primo Levi e Franz Kafka (Stefano Bellin)
  • Primo Levi e Samuel Beckett (Davide Crosara)
  • Parte IV La ricerca di sé
  • Primo Levi e Thomas Mann (Martina Mengoni)
  • Primo Levi e Herman Melville (Gianluca Cinelli)
  • Primo Levi e Ovidio (Mattia Cravero)
  • Primo Levi e Italo Calvino (Marco Belpoliti)
  • Biografie degli autori
  • Indice dei nomi
  • Volumi pubblicati nella collana

cover

Bibliographic information published by Die Deutsche Nationalbibliothek
Die Deutsche Nationalbibliothek lists this publication in the Deutsche
Nationalbibliografie; detailed bibliographic data is available on the
Internet at
http://dnb.dnb.de.

A catalogue record for this book is available from the British Library.

Library of Congress Cataloging-in-Publication Data

ISSN 1662-9108

ISBN 978-1-78997-450-8 (print) • ISBN 978-1-78997-451-5 (ePDF)

ISBN 978-1-78997-452-2 (ePub) • ISBN 978-1-78997-453-9 (mobi)

 

© Peter Lang AG 2020

 

Published by Peter Lang Ltd, International Academic Publishers,
52 St Giles, Oxford, OX1 3LU, United Kingdom oxford@peterlang.com,
www.peterlang.com

 

Gianluca Cinelli and Robert S. C. Gordon have asserted their right under the Copyright, Designs and Patents Act, 1988, to be identified as the Editors of this Work.

 

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Sull’autore

Gianluca Cinelli è ricercatore in Italianistica e Letterature comparate. Tra le sue pubblicazioni: Nuto Revelli (Aragno, 2011), La questione del male in Storia della Colonna infame di Alessandro Manzoni (Troubador, 2015) e “Viandante giungessi a Sparta...”. Il modo memorialistico nella narrativa contemporanea (Sapienza Universitaria Editrice, 2016). È editor della rivista Close Encounters in War (www.closeencountersinwar.org).

Robert S. C. Gordon insegna letteratura, cinema e storia culturale dell’Italia moderna all’Università di Cambridge. È autore, tra altre opere, di Primo Levi’s Ordinary Virtues (tr. it. Primo Levi e le virtù dell’uomo normale, Carocci, 2005) e The Holocaust in Italian Culture (tr. it. Scolpitelo nei cuori, Bollati Boringhieri, 2013), e co-curatore del numero della rivista Quest, Holocaust Intersections in 21st-century Europe (2016).

Sul libro

L’opera di Primo Levi presenta un caso straordinariamente ricco e articolato di intertestualità. Lettore curioso, onnivoro, asistematico, Levi esplorò molteplici campi del sapere – letterari, scientifici, storici, ecc. – navigando tra libri e riviste specializzate e di divulgazione, per motivi di ricerca o di puro divertimento, spesso accostandosi alle culture straniere in lingua originale, mosso da una curiosità eclettica e dal desiderio intenso di conoscere e di comprendere. Già scandagliata in parte da Levi stesso nella sua antologia La ricerca delle radici (1981), la biblioteca di Levi rimane comunque tutta da scoprire. Questo volume intende tracciare i lineamenti di una mappa critica degli innesti, intertesti e trapianti che collegano l’opera leviana ai libri altrui, mettendola a confronto con ventuno autori, in una galleria “poliglotta e polivalente” che include classici come Dante, Shakespeare, Leopardi, Baudelaire e Carroll, autori di letteratura moderna come Kafka, Mann e Calvino, e scienziati come Galileo, Darwin, Heisenberg e Lorenz.

Questa edizione in formato eBook può essere citata

Questa edizione in formato ePub può essere citata. Inizio e fine della pagina corrispondente all’edizione stampata sono segnalati nel testo. Nel caso in cui una parola fosse troncata a cavallo tra due pagine, la segnalazione avviene nel punto in cui la parola stessa è troncata

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domenico scarpa

Prefazione

Siamo animali singolari, solidi e duttili, spinti da impulsi atavici, e dalla ragione, e insieme da una “forza allegra”. (Opere, II: 1086)

Era il 27 dicembre 1968 quando Primo Levi pubblicò La luna e l’uomo sul quotidiano La Stampa. L’articolo riguardava la missione spaziale Apollo 8: per la prima volta nella storia, un mezzo di trasporto pilotato da un equipaggio umano aveva raggiunto la Luna, orbitando intorno al satellite dopo aver lasciato lo spazio gravitazionale del pianeta Terra. Tutti, in quei giorni, conoscevano i nomi degli astronauti americani Frank Borman, James Lovell e William Anders; ma quanti fra i lettori del giornale torinese avranno riconosciuto a colpo d’occhio la fonte dell’espressione «forza allegra», che Levi mette fra virgolette?

Oggi, grazie a Google Books, basta lanciare in rete quella formula per ottenere il responso: proviene dalla conferenza di Francesco De Sanctis Il darwinismo nell’arte:

Ci è nel cervello dell’artista luce, calore, quella forza allegra che produce e che si chiama genialità?

Pronunciato a Roma e a Napoli tra marzo e aprile del 1883, Il darwinismo nell’arte è un gioioso testamento spirituale; è l’ultima conferenza di De Sanctis, che muore il 29 dicembre dello stesso anno. Prima che questa fonte venisse rintracciata, non era noto (benché col senno di poi risulti plausibile) che Levi fosse un lettore del maggiore critico italiano dell’Ottocento.

Il Primo Levi che conserva nella memoria un’espressione felice di Francesco De Sanctis è uno scrittore per il quale le fonti letterarie e le ←xi | xii→fonti scientifiche sono ugualmente importanti, al punto che in qualche occasione – questa, ad esempio – vengono a coincidere. Un aspetto già noto della sua opera trova conferma da una lettura che, fino a oggi, si ignorava facesse parte della sua biblioteca mentale. Ma a cosa vuole alludere l’espressione “fino a oggi”?

Levi ha incluso La luna e l’uomo nell’ultimo libro pubblicato in vita: Racconti e saggi, uscito a Torino nell’autunno 1986 nelle edizioni della Stampa. Con tutti gli altri suoi libri, con le sue pagine sparse e con una scelta assai ampia delle sue conversazioni, interviste e dichiarazioni, il testo è oggi raccolto nei tre volumi delle Opere complete, usciti tra il 2016 e il 2018 da Einaudi a cura di Marco Belpoliti. La citazione da cui siamo partiti è in Opere, II: 1086, mentre quel “fino a oggi” riguarda il terzo e ultimo volume delle Opere, apparso nel 2018; qui la bibliografia e gli indici sono a cura del Centro internazionale di studi Primo Levi di Torino, dove lavoro come consulente editoriale.

In queste pagine introduttive di Innesti – e ringrazio i curatori per avermi chiesto di scriverle – partirò appunto dagli indici delle Opere complete: pubblicati da poco più di un anno, sono infatti tra le fonti principali del lavoro di ricerca compiuto dagli autori dei saggi qui riuniti. Un lavoro di indicizzazione che include le fonti e le intertestualità di Primo Levi si è dunque trasformato a sua volta in una fonte di primaria importanza per Innesti, che è un insieme particolarmente qualificato di ricerche su quelle medesime fonti e intertestualità: una situazione lineare ma complessa, proprio come l’opera dello scrittore cui è dedicata.

Gli indici portano la firma di Daniela Muraca, la quale ha eseguito un lavoro che salvo errore non ha precedenti per nessun autore italiano antico, moderno o contemporaneo: essi censiscono infatti – nelle 4.300 pagine di cui consiste il corpus primoleviano incluso nei tre volumi delle Opere – i nomi di persona e di personaggio, i nomi di luogo (reali, letterari e immaginari), e le citazioni di e da testi a stampa presenti nelle opere di Primo Levi. A questa breve presentazione del suo lavoro aggiungerò alcuni esempi, applicazioni e sviluppi particolarmente notevoli, intrecciandoli con brevi riflessioni di metodo. Così procedendo, il discorso su un apparato che a buon diritto si può definire un prototipo editoriale andrà intrecciandosi con alcuni tra i contributi presenti in Innesti, un insieme di lavori cui spetta l’aggettivo ground-breaking: un volume apripista.

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Com’è ovvio, un indice non è un saggio critico; i suoi lemmi non possono contenere nessun commento e nessuna ambiguità: in un apparato di questo genere ciascuna riga si deve presentare come una formula algebrica, tale da risultare chiara e inequivocabile per i lettori. È altrettanto ovvio, però, che un indice non è nemmeno un lavoro compilativo: il suo allestimento presuppone un gran numero di scelte di carattere critico. Una parte di esse vengono compiute preliminarmente, nel periodo in cui se ne decidono i criteri, altre si rendono necessarie in corso d’opera. È un compito, insomma, che richiede di trovare un equilibrio tra la cautela e l’audacia.

Nell’“Indice delle opere a stampa e dei passi citati” che chiude il terzo volume delle Opere complete, una scelta rilevante è consistita nel dare particolare visibilità ai testi sacri: Primo Levi che cita la Bibbia Ebraica e (con maggiore frequenza di quanto si potrebbe pensare) i Vangeli; un’altra scelta, di grado superiore, è stata il censimento delle intertestualità interne, o intratestualità: Primo Levi che cita Primo Levi, l’opera di Levi considerata dunque come un sistema in movimento, un sistema propriamente circolatorio dove i nomi di persona, di luogo, di personaggio, dove le parole stesse che l’autore riprende da altre sue opere, così rinviando a sé medesimo, si possono presentare in contesti diversi, con valore diverso e con diversa funzione. Laddove per i testi sacri e per le opere in versi si danno i riferimenti agli esatti passi citati, un’ulteriore scelta di merito è consistita nell’indicizzare in dettaglio – uniche fra le opere in prosa citate da Levi – il Gargantua et Pantagruel di Rabelais e I Promessi Sposi di Manzoni, le cui tracce si trovano disseminate in tante sue pagine, magari in luoghi imprevedibili. Appunto la sorpresa che la «forza allegra» ci ha riservato all’inizio era il segnale che l’opera di Levi offre incontri inaspettati, non solo letterari; Innesti ne registra e ne commenta molti; si veda, su Levi e Darwin, il saggio di Pierpaolo Antonello.

Se le opere di Primo Levi sono state raccolte per ben tre volte da Einaudi nel corso degli ultimi trent’anni, se in questa terza occasione si è arrivati ad allestire delle Opere complete, se i tre volumi di questo ultimo (per ora) ←xiii | xiv→corpus sono corredati dagli indici di cui si è appena detto, e se i curatori di Innesti hanno deciso di promuovere, a Cambridge, un incontro dedicato alle fonti e intertestualità primoleviane, per poi costruire la presente raccolta di studi, tutto ciò deriva dalla convinzione, divenuta sempre più salda e sfaccettata nel corso degli anni, che Levi è uno scrittore in gran parte inesplorato, e che fin dal principio la sua curiosità per i linguaggi, la sua inventiva come creatore di neologismi, la sua propensione a considerare le parole come strumenti anche di gioco – la sua passione per il significante – appaiono sbalorditive in una persona che avendo attraversato l’esperienza di Auschwitz ci si aspetterebbe desse importanza soprattutto al significato, ai contenuti, alla più stretta corrispondenza fra la realtà e il linguaggio designato a restituirla. Se tutto questo è vero, sarà utile risalire alle prime testimonianze della sua scrittura letteraria di cui si disponga: saranno i pochi scritti pre-Auschwitz finora conosciuti a mostrare che Levi ha agito, fin dal primo istante, così come agiscono gli scrittori (e quei medesimi scritti di un Ur-Levi mostreranno in via accessoria che un’iniziativa come Innesti era molto opportuna).

Il testo più antico di Levi è una filastrocca goliardica; uscì nella primavera del 1937 sul “numero unico” del giornale scolastico D’Azeglio sotto spirito. La filastrocca s’intitola Voi non sapete studiare! e non è stata inclusa nelle Opere complete; la si può leggere, insieme con la riproduzione fotografica del giornale, a pagina 7 dell’Album Primo Levi, pubblicato da Einaudi nel 2017 a cura di Roberta Mori e di chi scrive. Eccola per intero:

Non studiate Botanica sui testi,

(Sian pure i lieti testi del Vaccari):

Correte i campi liberi e fecondi

E compilate poderosi erbari.

Un giorno, (mormorava la foresta,

Volavano gli “sfekes” sull’erbetta),

Di zelo violinistico animato

Mi decisi, e inforcai la bicicletta.

Pedalai con vigore verso i campi

Ove soffian dal mare i maestrali:

Oh, tuffarsi fra verdi cormofite,

Tuberi e ricettacoli fiorali!

←xiv |
 xv→

Avrei colto la truce DARLINGTONIA,

O il TARASSACO astuto co’ suoi pappi;

O la CUSCUTA vile, che s’attorce

Attorno all’altre piante, a cavatappi;

E poi gl’insetti! I biondi maggiolini

Che rodon le radici (cattivelli!)

Gli stercorari dai gentili istinti

Che per la prole edifican castelli.

Così pensavo, ed ecco: i maggiolini

Mi grandinaron fitto sulla testa:

Un arbusto m’entrò nella catena,

Caddi, e mi ritrovai la faccia pesta:

Ripartii bestemmiando: e il buon Linneo

Pose una spina in mezzo del sentiero:

Forai, ricaddi: e quando mi rialzai

Avevo il naso rotto e un occhio nero.

In città entrai, prostrato e incanutito:

E poi, sapete cosa ancor mi tocca?

Details

Pages
XXXII, 422
Publication Year
2020
ISBN (PDF)
9781789974515
ISBN (ePUB)
9781789974522
ISBN (MOBI)
9781789974539
ISBN (Softcover)
9781789974508
DOI
10.3726/b15701
Language
Italian
Publication date
2020 (May)
Keywords
Primo Levi intertextuality reading
Published
Oxford, Bern, Berlin, Bruxelles, New York, Wien, 2020. XXXII, 422 p., 1 ill. b/n.

Biographical notes

Gianluca Cinelli (Volume editor) Robert S.C. Gordon (Volume editor)

Gianluca Cinelli è ricercatore in Italianistica e Letterature comparate. Tra le sue pubblicazioni: Nuto Revelli (Aragno, 2011), La questione del male in Storia della Colonna infame di Alessandro Manzoni (Troubador, 2015) e «Viandante giungessi a Sparta...». Il modo memorialistico nella narrativa contemporanea (Sapienza Universitaria Editrice, 2016). È editor della rivista Close Encounters in War (www.closeencountersinwar.org). Robert S. C. Gordon insegna letteratura, cinema e storia culturale dell’Italia moderna all’Università di Cambridge. È autore, tra altre opere, di Primo Levi’s Ordinary Virtues (tr. it. Primo Levi e le virtù dell’uomo normale, Carocci, 2005) e The Holocaust in Italian Culture (tr. it. Scolpitelo nei cuori, Bollati Boringhieri, 2013), e co-curatore del numero della rivista Quest, Holocaust Intersections in 21st-century Europe (2016).

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